Il plan dell’attività di base

Il responsabile dell’Accademia Modena 1912, Fabio Dall’Omo, ha disposto il piano attività della scuola calcio fino all’11 giugno.

Le categorie Primi Calci 2014 e Piccoli Amici 2013 svolgeranno tre allenamenti (alternativamente il sabato pomeriggio) anziché due per recuperare il tempo perduto a causa delle restrizioni del mese di marzo.

Per gli Esordienti 2009 verranno stabilite alcune date (la domenica mattina) nel mese di maggio nelle quali potersi allenare.

Le restanti annate proseguiranno i propri training come da calendario programmato ad inizio anno.

Qui sotto le tabelle con i giorni e gli orari di tutte le squadre.

Caravello: “Mi sono sempre trovato a mio agio con i bambini”

In questa stagione Giacomo Caravello è uno degli istruttori dei Primi Calci 2012 e dei Piccoli Amici 2014. È il secondo anno per Giacomo nella famiglia dell’Accademia Modena. L’allenatore è molto felice di far parte della rosa dei tecnici dell’attività di base gialloblù.

Com’ è nata la tua passione per i piccoli della scuola calcio?

“Ho sempre praticato sport fra cui calcio. Dopo essermi infortunato, ho deciso di smettere per intraprendere la carriera di coach. Ho iniziato in una piccola realtà dilettantistica di Modena per poi accettare la proposta di Fabio Dall’Omo”.

Che emozioni provi ad allenare? Ti poni degli obiettivi?

“Mi sono sempre trovato a mio agio con i bambini di qualsiasi età e mi sono sempre divertito a trasmettere determinati valori non solo sportivi che sono condivisi con l’Accademia. Sono un ragazzo ambizioso, vorrei provare a scalare le categorie, prima della scuola calcio poi di un settore giovanile”.

Essendo l’istruttore di due diverse categorie, gli allenamenti vengono impostati diversamente per l’una e l’altra annata?

“Si certo, l’impostazione dell’allenamento per le due squadre è eterogeneo; la differenza di età è comunque importante. L’aspetto che accumuna tutte le categorie è il divertimento, non scordiamoci che sono ragazzini e quindi bisogna unire l’aspetto ludico con i primi principi calcistici: schemi motori di base, ad esempio, e parte tecnica”.

Avete saputo qualche notizia su una possibile ripresa?

“Non disputando campionati di interesse nazionale finché permarrà la zona rossa, non potremo tornare a Saliceta. Passando già in zona arancione la questione cambia, gli allenamenti potranno riprendere se pur con il distanziamento”.

Durante le esercitazioni con distanziamento, quali aspetti sono stati trattati maggiormente?

“In questa fase siamo riusciti ad implementare la tecnica di base ed individuale che ricoprono la maggior parte delle esercitazioni. Molti giovani hanno tratto benefici da questo anche se mantenere l’attenzione e il sapere di non poter fare partitelle per i piccoli è un po’ difficile da accettare. Per questo motivo, io e i miei colleghi, abbiamo sempre cercato di proporre training nuovi e stimolanti. Crediamoci di esserci riusciti”. (e.p.)

Galetti: “Siamo un gruppo consolidato”

Ormai sono quattro stagioni che Alessandro Galetti fa parte dell’Accademia Modena: “Siamo un gruppo consolidato – le parole di Alessandro – ci aiutiamo l’uno con l’altro fra noi istruttori in modo che tutto vada a beneficio dei bambini”. L’allenatore dei Pulcini 2011 prosegue: “Diciamo che la scuola calcio gialloblù è come una seconda famiglia”.

In questa categoria quali valori sportivi e non sportivi cercate di trasmettere ai ragazzi?

“Sicuramente la passione per questa disciplina; oltre a questo i valori necessari che chiunque facente parte di una squadra deve osservare: il rispetto delle regole e dei compagni. Negli sport di squadra la coesione del gruppo è fondamentale, per cui i bambini devono rispettare queste norme che gli serviranno anche nel corso della loro vita”.

In questo periodo vi state sentendo con i bimbi?

“Di recente abbiamo fatto una videochiamata di gruppo per sapere come stessero passando questo momento complicato. I piccoli sono dispiaciuti della situazione; non poter venire al campo per divertirsi con i loro amici e con il mister, li addolora molto. Speriamo vivamente che dopo Pasqua si possa tornare a Saliceta; quanto meno per allenarsi negli ultimi mesi della stagione”.

Pensi che quest’anno sia da considerarsi sprecato o qualcosa siete riusciti ad insegnarlo?

“Il momento della partita è la parte su cui non siamo riusciti a lavorare per via degli allenamenti con distanziamento; quando si potrà sarà il primo aspetto che verrà trattato. Le attuali esercitazioni senza contatto hanno permesso di migliorare la tecnica dei ragazzini; queste generazioni, nella sfortuna generale, avranno un incremento del livello qualitativo rispetto a quelle precedenti”.

In futuro dove ti piacerebbe allenare?

“Mi piacerebbe rimanere più a lungo possibile con l’attività di base o settore giovanile. Penso che siano gli atleti che ti danno più soddisfazione, ti ascoltano, ti seguono e si fidano ciecamente di te. Se un domani dovesse arrivare un’imperdibile offerta nel mondo degli adulti ben venga. Onestamente non ci do molto peso a questa possibilità”. (e.p.)

Ravaglia: “Fin da bambina avevo questa passione”

Da questa stagione sportiva Alessia Ravaglia fa parte dello staff dei Primi Calci 2015/16. L’allenatrice è iscritta alla facoltà di Scienze Motorie e con l’Accademia ha iniziato il tirocinio universitario; questa è la sua prima esperienza nell’ambito calcistico: “Fin da bambina avevo passione per il calcio  le parole di Alessia  grazie ai miei compagni delle scuole medie ho capito quanto mi piacesse questo bellissimo sport”. La ragazza prosegue affermando: “Inizialmente mi limitavo a guardare le partite dei miei amici; poi nel corso degli anni ho conosciuto persone specializzate in questo settore che mi hanno aiutato a praticare questa disciplina insieme alla danza, altro grande mio interesse”.

Un istruttore di queste categorie quali aspetti deve prediligere?

“Per questi bambini il calcio deve essere più in gioco, soprattutto devono venire al campo per divertirsi. In una nostra tipica seduta pomeridiana l’aspetto principale è curare le capacità motorie avendo il pallone come punto di riferimento”. 

I piccoli come stanno vivendo questo difficile periodo?

“Ovviamente non sono felici di questa pausa forzata; sono molto affezionati a questa competizione tanto che Saliceta è diventata la loro seconda casa. Alla loro età è complicato sottostare a determinati comportamenti e capire le reali motivazioni di questo stop. Nonostante ciò sono stati veramente bravi; durante gli allenamenti con distanziamento hanno rispettato diligentemente ogni regola dettata dalla società”.

Dopo la triennale hai intenzione di continuare il tuo percorso universitario?

“La mia intenzione è quella di continuare studiando fisioterapia per diventare fisioterapista sportivo. Vista la mia esperienza come tirocinante nella scuola calcio gialloblù mi piacerebbe seguire un club; forse inizialmente partire da una formazione di un settore giovanile per poi approdare in una prima squadra. In futuro se ne avrò occasione non sarebbe male poter aprire un centro fisioterapico dedicato principalmente al recupero di sportivi professionisti”. (e.p.)

Giuntoli: “Mi trovo davvero a mio agio”

Nicola Giuntoli è entrato a far parte della famiglia dell’Accademia Modena da questa stagione. Il preparatore degli estremi difensori dei Pulcini 2011 è stato selezionato dal coordinatore dell’area tecnica portieri Andrea Garuti che lo aveva allenato nella precedente esperienza a Formigine: “Vista la conoscenza tra me e Andrea sono stato scelto proprio da lui in quanto pensava che potessi essere in grado di dare il mio valore ai bambini della scuola calcio”.

Come giudichi la tua prima esperienza nella scuola calcio?

“La mia esperienza è stata ed è molto positiva. Ho un buonissimo rapporto sia con i miei colleghi, lo staff dei 2011, e con i ragazzini di questa categoria; mi trovo davvero a mio agio con loro”.

Che rapporto hai con i tuoi portieri?

“Siamo riusciti ad instaurare un bellissimo rapporto non solo sul campo. Tramite i genitori, loro mi chiedono consigli e curiosità; a molti bambini piace condividere insieme a me fatti quotidiani come ad esempio il regalo ricevuto per Natale e per il compleanno. Sono riuscito a trasmettere valori non solo sportivi e questo mi rende molto orgoglioso”.

A questa età su quali aspetti deve lavorare un allenatore dei portieri?

“Sicuramente non fargli perdere la passione per questo ruolo e per questo sport. Essendo nell’attività di base, oltre all’aspetto ludico, bisogna insegnargli le basi che un estremo difensore deve avere per creare dei portieri che possano far parte del settore giovanile gialloblù”.

Durante l’arco di questo anno, i giovani non hanno mai disputato gare ufficiali. Hai comunque visto dei miglioramenti nei tuoi piccoli?

“Assolutamente. Tenendo conto che la partite di per sé ti fanno crescere e migliorare perchè ti permettono di lavorare meglio su eventuali errori commessi. All’inizio molti bambini avevano diverse difficoltà, ora hanno fatto grossi passi in avanti. Hanno preso le esercitazioni proposte molto seriamente pur divertendosi. È un peccato non vederli in azione nei match; avrebbero avuto prestazioni soddisfacenti.

In questo momento, vista la nuova sospensione degli allenamenti, senti ancora i tuoi ragazzi?

“Per varie vicissitudini private è stato un po’ complicato dedicare anche solo una telefonata ai miei portierini. A breve li sentirò, mi mancano molto; spero di tornare presto a Saliceta per ritrovarci anche solo per passare un pomeriggio di felicità e gioia insieme”.

Serafini: “È un’emozione unica”

Da nove anni Filippo Serafini fa parte dell’Accademia Modena 1912 e da questa stagione è uno dei cinque istruttori dei Pulcini 2010. Serafini dedicato gran parte del suo tempo libero insegnando i fondamentali del calcio a giovani canarini.

Che sensazioni provi ad allenare i piccoli dell’attività di base?

È un’emozione unica passare i pomeriggi insieme a loro; risvegliano in te il ragazzino di una volta. Il bambino vede questo sport come un momento di gioia, svago e divertimento a differenza di un adolescente dove può diventare più un impegno che una vera e propria passione”.

Le attività si sono interrotte di nuovo, i bimbi come stanno vivendo questa situazione?

“Nell’ultimo anno, nell’ambito sportivo, sono stati molto penalizzati; hanno dovuto alternare periodi di allenamento a periodi di pausa forzata. Questo ha fatto perdere il contatto umano e sociale che alla loro età deve essere vissuto per instaurare sane amicizie. La perdita di relazioni con i propri compagni non ha giovato ai bimbi. Fino a due settimane fa, quando si svolgevano ancora gli allenamenti con distanziamento, per loro era un modo per sfogarsi e gioire con i propri amici”.

Secondo te in futuro questo aspetto influirà su di loro?

“Sicuramente questi sono percorsi che segnano positivamente la vita di un bambino. Quando torneremo un po’ alla normalità lo staff dell’Accademia riuscirà a riprendere il cammino intrapreso in questi anni. All’inizio sarà più complicato, però anche con l’aiuto delle famiglie riusciremo a colmare questo aspetto che i bimbi non hanno potuto sviluppare”.

Appena tornerete a Saliceta, le esercitazioni su cosa verteranno?

“Indubbiamente torneremo a svolgere esercitazioni con distanziamento; il contatto fisico lo si potrà reintegrare non appena le norme sanitarie lo consentiranno. Oltre a concentrarci sulla parte  tecnica e coordinativa, secondo il mio parere, noi istruttori dovremo contribuire alla crescita personale di ogni singolo bambino trattando anche l’aspetto della gestione delle emozioni all’interno di un allenamento. Nella scuola calcio il risultato sportivo passa in secondo piano”. (e.p.)

Carrozza: “Sono entusiasta”

Da questa stagione Andrea Carrozza è entrato a far parte dello staff dell’Accademia Modena. Insieme a Marco Nicoletti e Fabio Lamberti, è l’allenatore dei Piccoli Amici 2013: “La mia speranza è quella di rimanere molto tempo nella scuola calcio del Modena – le parole di Andrea – Io, Marco e Fabio creiamo diverse esercitazioni in base all’obiettivo dell’allenamento cercando di far comprendere ai bambini che esista una figura unica da istruttore”.

Che cosa provi ad allenare i piccoli dell’attività di base?

“È una sensazione bellissima; vivi la pura essenza del calcio come amore verso questo sport. Sono entusiasta e contento di poter mettere i bimbi nelle condizioni di divertirsi durante le esercitazioni, pensando solo a giocare con i propri compagni e svagandosi con la palla. Tutti, dagli allenatori ai giocatori, proviamo felicità recandoci al campo”.

Anche la provincia di Modena è diventata zona rossa e gli allenamenti si sono interrotti. I bambini come hanno reagito?

“Sicuramente non sono sereni e allegri per questa notizia; come educatori abbiamo dovuto comunicare ai nostri piccoli un altro stop forzato a causa dell’emergenza sanitaria. Loro sono molto dispiaciuti ma abbiamo promesso loro che quando torneremo a Saliceta passeremo delle altre bellissime giornate in compagnia. L’importante è che in questo periodo non si demoralizzino; i genitori ci daranno una grande mano in questo senso”.

Avete dato ai giovani qualche esercitazione da svolgere a casa nonostante la loro età?

“A questa età non sono ancora pronti per svolgere in autonomamente determinati esercizi, stanno ancora sperimentando questo sport. Fondamentale è che rimangano in contatto con il pallone giocando in giardino, con i propri genitori, contro un muro ecc. Devono mantenere confidenza con la sfera divertendosi. Non deve essere una forzatura”.

Secondo il tuo parere, questa situazione influirà pesantemente su di loro?

“Senza dubbio questa ulteriore pausa forzata potrà sconfortarli e scoraggiarli. Socializzare, vivere il gruppo e stare in contatto con i loro coetanei è importante per un percorso formativo di crescita. So che è difficile ed anche complicato da digerire tutto questo alla loro età; devono continuare a pensare positivamente sperando di ritornare molto presto sul rettangolo verde”. (e.p.)

Nocetti: “Essere anche educatori”

Roberto Nocetti è alla sua quarta esperienza nella scuola calcio gialloblù nella veste di collaboratore tecnico. Roberto è entrato a far parte della famiglia dell’Accademia nel ruolo di osservatore. Successivamente ha seguito il mister Andrea Minozzi, prima aiutandolo con i 2008 per due stagioni poi entrando a far parte dello staff degli Esordienti 2009 insieme al suo caro amico.

Un istruttore dell’attività di base che caratteristiche deve avere rispetto a qualsiasi altro allenatore?

“Fondamentalmente un approccio diverso. L’aspetto che va curato maggiormente è quello coordinativo, oltre alla parte tecnica e atletica. Detto ciò nell’attività di base bisogna essere anche educatori per instaurare un certo tipo di rapporto con i bambini. Un legame che si basi sull’insegnamento e sulla pazienza; diciamo che ci vuole una predisposizione particolare”.

I bimbi come vivono questo periodo lontani delle partite e dal contatto fisico?

“I giocatori sono a dir poco perfetti! Ad inizio anno tutto lo staff dell’Accademia Modena si è riunito per decidere come applicare le norme comportamentali dettate della Federazione; i bimbi ci hanno ascoltato e ogni singola regola decisa dalla scuola calcio la rispettano. Il giorno della partita, essendo il compimento finale del percorso settimanale, siamo riusciti ad impostare gli allenamenti includendo la parte ludica attraverso gare e giochi sempre rispettando il distanziamento; riescono comunque a sfogarsi e divertirsi. Fondamentale è riuscire a coinvolgere tutti i giovani senza lasciare nessuno per strada”.

Hai mai pensato di allenare in un settore giovanile?

“Le due ore nelle quali mi reco al campo lo faccio con gioia e passione, soprattutto per il legame di amicizia che mi lega al mister degli Esordienti. Conosco Andrea da quando eravamo, da ragazzi, compagni di squadra e con i preparatori che compongo il gruppo di tecnici, abbiamo instaurato un bellissimo rapporto. Questo ci consente di lavorare in armonia trasmettendo questa positività anche ai nostri bambini. Mi trovo talmente bene che non ho mai pensato di abbandonare l’Accademia Modena”. (e.p.)

Lamberti: “Ho capito quale fosse la mia strada”

L’aiutante allenatore dei Piccoli Amici, Fabio Lamberti, è alla seconda esperienza nell’Accademia Modena. Laureatosi alla triennale di Scienze Motorie e Sportive a Bologna, ha deciso di continuare questa strada seguendo il corso magistrale di Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate a Parma. Fin dall’adolescenza è sempre stato in contatto con i piccoli facendo l’educatore nei centri estivi: “Quando sono insieme ai bambini è un momento di felicità – dice Fabio – lavorare con loro mi rende soddisfatto e appagato della mia passione da tecnico”.

Poi il giovane prosegue: “Un’istruttore deve avere ben chiaro che il risultato sportivo si deve tralasciare nell’attività di base; fondamentale è sviluppare in loro la capacità coordinativa insieme al divertimento”.

In questi mesi difficili i tuoi bimbi come si sono comportati?

“Devo dire che sono stati e sono perfetti. Praticando allenamenti senza contatto fisico è veramente semplice perché ci ascoltano e mantengono le distanze come da richiesta. Per loro questo aspetto è molto difficile da capire; i ragazzini vedono il pallone come un momento di gioia da condividere con i loro amici”.

Ora le attività come si svolgono?

“Il lunedì lavoriamo su concetti coordinativi, tecnici e tattici; mentre il sabato è il giorno dedicato sempre alla coordinazione ma anche ai momenti situazionali della partita: uno contro uno, due contro uno, due contro due, tiri in porta ecc. Queste esercitazioni sono svolte mantenendo il distanziamento, diamo solo un’idea dello svolgimento delle situazioni di gioco”.

Dov’è nata la tua passione per l’attività di base?

“Ho sempre giocato a calcio da quando avevo sei anni; dopodiché, per una serie di infortuni gravi, ho deciso di dedicarmi all’insegnamento di questo bellissimo sport. Avendo più tempo libero ho riflettuto ed ho capito quale fosse la mia strada, trovando nei bambini emozioni che non provavo da tempo”.

Quando avrai più esperienza in quale categoria di rivedi?

“Per il mio carattere restare nella scuola calcio è la soluzione migliore, in quanto riesco a dare tutto me stesso insegnando ed educando i piccoli dell’Accademia. Quando fai qualcosa che ti appassiona e ti rende orgoglioso, riesci a trasmettere queste sensazioni a chi di dovere”. (e.p.)

Rinaldi: “E’ un grande privilegio”

Il preparatore dei portieri della categoria Primi Calci 2010 è Edoardo Rinaldi. Edoardo divide il suo tempo tra lo studio, segue il corso di Scienze Motorie a Parma, e i bambini dell’Accademia Modena. Cresciuto nelle giovanili del Saliceta, vedeva i suoi coetanei giocare nel vivaio gialloblù; essere approdato nella scuola calcio canarina è motivo di grande orgoglio. Da questa stagione Rinaldi è anche il preparatore degli Esordienti Under 13, categoria facente parte del settore giovanile dei gialli.

Che differenza c’è nell’allenare un bambino dell’attività di base e un ragazzino del vivaio?

“Con il ragazzino del settore giovanile si inizia a curare la gestualità tecnica del portiere. Per i bambini dell’attività di base si predilige l’aspetto ludico ed educativo; nel tempo ci si approccia con le particolarità di questo ruolo. In primis i piccoli dell’Accademia devono capire bene quali sono le regole che un estremo difensore deve seguire, ritrovandosi al cento per cento in quello che fanno. I più bravi potranno poi fare il salto nel settore giovanile”.

Parliamo un po’ di te, cosa ti piace fare nel tuo tempo libero?

“Essendo nel periodo di sessione d’esame, ora come ora il mio tempo libero e poco. Da circa un anno mi sono appassionato alla disciplina del padel che è molto in voga. Oltre alle classiche uscite con gli amici, quando i dpcm lo permettono, dedico molto volentieri parte del tempo a me a disposizione ai bimbi”.

Cosa significa per te allenare nell’Accademia Modena?

“Per me è un grande privilegio; è la scuola calcio della mia città, del paese nel quale sono cresciuto. Senti dentro un senso di appartenenza maggiore che ti sprona sempre a dare il massimo in ogni singola seduta di allenamento. Fin da bambino, o con i miei nonni o con i miei genitori, mi recavo allo stadio per seguire il Modena; sono felice del traguardo che ho raggiunto”. (e.p.)